La Romagna ha trovato il suo sommesso cantore. Luciano Filippi appartiene a una delle due anime della Romagna, a quella che Renato Serra definisce generosa e gentile e nasce dalla “ modestia di uomini bennati quando raggiungono il più felice effetto con molto più lieve”.
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Ecco proprio qui, su questa sponda dell’anima romagnola ritrovo Filippi e la sua pittura. I suoi paesaggi sembrano toccati dalla grazia per raggiungere davvero il più felice effetto con molto più lieve.
Sono i porti e le darsene le barche della’adriatico che sfavillano trasparenti nei suoi quadri, sono i tetti di Sant’Arcangelo, è ancora e sempre l’incantevole marina della sua Rimini che rispecchia nello sfarfallio di luci il bel sole d’Italia. Luciano tutto trasfigura nella sua lieve, sobria e sospesa pittura. Una pittura che non si abbandona a facili emozioni ma è sempre attenta a cogliere gli istanti privilegiati della bellezza e della poesia delle cose.
Non sono poi tanti i pittori cui è dato scoprire l’essenza nascosta delle cose e delle immagini che danno forma al magico ambiente dove è calata la nostra vita. Nella sua spontaneità Filippi non si lascia distrarre e guardandosi intorno con gli occhi del cuore e della mente coglie nel suo mutevole farsi la segreta bellezza del creato. Forse nel suo candore di pittore autodidatta si domanda dove risieda tanta bellezza. Dentro o fuori di noi?