Carlo Fabrizio Carli- Premio d’arte Uniacque con tema: L’acqua come slancio vitale
Il romagnolo Luciano Filippi ci propone un interessante testimonianza del versante più recente della sua attività, ricca ormai di rassegne e riconoscimenti. Nascita di un fiore è opera di ideazione sintetica astrattiva che si confessa debitrice degli esiti della vicenda informale, in particolare italiana.
Alessandro Giovanardi - Luciano Filippi. La luce rappresa
Lontano dalle ferree leggi non scritte dell’arte contemporanea, dai suoi complessi sistemi di regole culturali ed economiche e dai suoi canoni estetici e filosofici, respira e cresce un’attualità pittorica locale indubbiamente più circoscritta negli obiettivi intellettuali, ma non per questo meno vivace e desiderosa di darsi una precisa identità poetica. È un’arte che anche a Rimini possiede piccole ‘scuole’ storiche, correnti stilistiche, continue e reciproche contaminazioni formali tra i diversi esponenti nonché un vivace mercato di collezionisti. La caratteristica fondamentale che lega insieme i suoi diversi rivoli risiede in un duplice radicamento spirituale: quello in un’estetica di moderata ‘modernità’, risalente ecletticamente alle esperienze sorte tra Ottocento e Novecento (un periodo sentito come tradizione classica da conservare e rinnovare) e quello nella terra d’origine, nazionale e regionale, interpretata nelle sue atmosfere sentimentali e nei suoi orizzonti di senso, nelle sue cifre emotive e simboliche. La ricerca di Luciano Filippi s’inserisce con originalità in questo cerchio ben delimitato.
“Filippi e’ un pittore vesperale, diremmo, diremmo nordico, per la propensione a scegliere colori spenti, larvali, il grigio, il bianco, l’ocra, un’amalgama di tonalità fredde con il gusto innato alla composizione armonica degli accostamenti e il senso della sintesi.
Miscelando all’olio materiali porosi, Filippi rende pulsante la superficie pittorica, dove, con i toni cinerei e un stesura gestuale, fissa l’apparire suggestivo di una cattedrale gotica allo stesso modo della sagoma di una barca dalle vele gonfie ed arenata sulla riva…
Michela Cesarini 2007, Estate al Castello, Castel Sismondo, Sala Isotta
Cecilia Gamberini - Un'esperienza
Tra le mura meticolosamente dipinte di bianco della Galleria Ariminum non ci sono stati solo dipinti, sculture e tavole di legno, ma sguardi ed esperienze che hanno lasciato un segno indelebile nel centro storico riminese. Mentre li conoscevo scrutavo i loro sguardi che si infiammavano al cospetto delle loro creazioni, invasati da una passione che illuminava ogni cosa che mi veniva mostrata.
Luciano Filippi alla tavolozza aggiunge gesso, polvere di marmo, collanti e tempere, tubetti spremuti con la forza sulla tela, forme che diventano materia allo stato puro. La sua pittura esplode in sinfonie tonali di colorazioni accese, le vele delle imbarcazione e le cattedrali emergono da atmosfere incerte, una creatività che nasce ogni volta che l’artista scorge la tela illuminarsi, plasmando consapevolmente un linguaggio in divenire.
Pur uscendo dal classico linguaggio dell’immagine, la pittura di Luciano Filippi ne mantiene gli ormeggi, distinguendosi ed elevandosi per l’originalità di un lessico che nella trasfigurazione del reale scopre nuove autorevoli trame espressive.
La continua e progressiva ricerca stilistica e cromatica, condotta con serietà e autonomia, ha permesso all’artista riminese di accordare la propria poetica all’interno di una suggestiva sequenza di sfumature timbriche e materiche, dove le cose perdono la loro fisicità per intrecciarsi, e nello stesso tempo sciogliersi, in un ineffabile mondo del mistero. Atmosfere rarefatte, plumbee, ricche di reminiscenze arcane si alternano a fondali limpidi, solari, giocati sulle vibrazioni del colore, che sfarina sapientemente in luce e movimento. Operazioni creative dell’intrigo, quelle di Filippi, che emanano energia, trasmettono emozione, suscitano stupore. E che non lasciano indifferenti.
Manlio Masini, Ottobre 2004 ARTISTI RIMINISTI (Collana d’arte diretta da Manlio Masini) Panozzo Editore Rimini
Ambrogio Chiari - Sensazioni e Poesia
Filippi ha cercato di esprimere se stesso, quello che sentiva dentro ma con modalità diversificantesi nel tempo. Questo non può essere considerato come un tentativo di fuga dalla realtà bensì come desiderio di interpretare diversamente la realtà, la natura, salvaguardando quello che hanno di essenziale, di non mutevole. Filosoficamente la realtà ha un duplice componente: la sostanza quello per cui un essere è quell’essere e non un altro, e gli accidenti,cioè tutto quello che è secondario, non essenziale, ma da cui però non si può prescindere.
Filippi ha dato una nuova veste agli accidenti perché mostrassero della sostanza quella molteplicità di sfaccettature, di potenzialità che in essa sono insite ma che hanno bisogno di una mano liberatrice per manifestarsi in tutta la loro bellezza ed originalità.
E’ nelle rive sabbiose, negli argini battuti dal sole, nelle barche abbandonate, nei tetti delle case campestri, dove, Luciano Filippi, si è scoperto “pittore”. Nei paesaggi d’acqua, di alberi e nubi, come nei tracciati di semplici presenze umane, continua una vicenda che, per l’artista, non si allontana dai primi genuini sentimenti, da immediati contatti di vita naturale. Immagini percorse e ricordate, non soprafatte, in alcun modo da ciò che la società tecnologica può privilegiare.
La capacità della sintesi in Filippi è straordinaria in questo ultimo tempo, l’acutezza del suo intuito sintetizza ogni particolare, come nelle sue cattedrali di stampo nordico, opere veramente splendide. Qui l’artista dimostra una grande capacità di ricevere impressioni da stimoli esterni; nuove dimensioni, nuove luci, nuove sintesi, nuove forme, nuova materia con soluzioni sempre originali che non perdono i limiti della verità rappresentata, ma assumono concretezza per la forza espressiva ed artistica.
Umberto Zaccaria, Gennaio 2000
Giorgio Ruggeri - La Romagna limpida e gentile
La Romagna ha trovato il suo sommesso cantore. Luciano Filippi appartiene a una delle due anime della Romagna, a quella che Renato Serra definisce generosa e gentile e nasce dalla “ modestia di uomini bennati quando raggiungono il più felice effetto con molto più lieve”.
Mario Massolo - Luci e trasparenze… immagini fuori dal tempo
L’impaginazione o,se si preferisce l’inquadratura, non è mai banale con quegli orizzonti alti, soprattutto nelle pi belle marine, ove i rapporti di misura acqua-cielo si rifanno inconsciamente alla sezione aurea di classica memoria. Il disegno, più suggerito che eseguito, con quei grovigli di linee ore curve, ora spezzate Filippi conduce il quadro ad una dissoluzione totale che soprattutto nei paesaggi ricorda l’accozzaglia pittoresca di oggetti accatastati intorno e contro a certe case di campagna, le ultime di un mondo che và velocemente scomparendo.
Luciano Filippi è sicuramente fra i pittori che fanno tendenza. La sua pittura contiene valori positivi. Convincenti anche i suoi soggetti
Giorgio Rinaldini, Rimini ottobre 1995
Paolo Tieto - recensione libro
Grazioso volume monografico del pittore riminese Luciano Filippi. Un centinaio circa le pagine con alcuni saggi critici a firma di noti studiosi dell’arte e un cospicuo numero d’immagini a colori; riproduzioni fedeli di tutta una scelta serie di dipinti eseguiti nell’arco di tempo che va dal lontano 1971 ai giorni nostri. Opere piacevoli e interessanti che testimoniano l’evoluzione compiuta in campo artistico da Filippi nell’intento di pervenire ad un genere di raffigurazione tutto proprio, a personale identità.
Il colore e la luce sono in assoluto gli elementi costitutivi prioritari e costanti, distintivi della pittura di Luciano Filippi; più importanti degli aspetti narrativi o di contenuto delle opere. Colori lucenti od opachi, brillanti o piatti, serici o vellutati, sgargianti o addolciti, grumosi, polverosi, impegnati alla conquista di quella perfezione perseguita dall’artista, che possiamo definire “bellezza” o, meglio, potenza della bellezza, armonia totale, soprattutto mentale, fatta di rapporti giusti e di proporzioni di forme e di spazi, di fascino aristocratico…
Enrico Noè - 1° premio “via Ruzzina 2004” Adria (Ro)
“Composizione armoniosa dal punto di vista cromatico, eseguita con tecnica sicura, che esprime vigorosamente l’atmosfera di un misterioso ambiente marino”
Dr. Enrico Noè Storico dell’arte, direttore alla soprintendenza per il polo Museale Veneziano, Adria ottobre 2004
Franco Ruinetti - Barche come candele e una romagna cangiante,
Le sue barche le avete viste ovunque. Chiatte scassate dal mare, vele che sembrano squarci di luce, fiamme. Ecco: le barche di Luciano Filippi sembrano candele. Con la vela fiammante che consuma la tolda, di cera: Rifrazioni “alla Monet” in sugo riminese.
Luciano Filippi, rinomato come pittore delle cattedrali, è altrettanto apprezzato per essere il cantore della romagna con le note e le luci della tavolozza e non solo di essa.
Colori accesi e pieni di scene di vita quotidiana. Luciano Filippi, Maestro nel trascinare il visitatore all’interno del paesaggio. Un albero di ciliegio invita a lasciarsi sedurre e godere del profumo dei suoi fiori, ma in pochi attimi si salpa verso lidi lontani, coraggiosi capitani di barche si celano dietro grandi vele che diventano un inno e alla potenza del mare.
Lina Colasanto Rimini Agosto 2013
Nicola Strazzacapa - Luce e movimento fermati nei colori di Luciano Filippi (La voce 23 marzo 2010)
Scafi e vele di barche, dai colori intensi, gialli e rossi, si stagliano contro un orizzonte astratto; cattedrali gotiche e barocche; alberi di pesco catturano lo sguardo con cromie che evocano ricordi lontani e suggestioni poetiche espresse dai delicati fiori rosa. Questi alcuni dei soggetti protagonisti dell’opera pittorica di Luciano Filippi, artista riminese.
Nicola Strazzacapa, Rimini marzo 2010
Monica Colosimo - Attraverso borghi e marine
Guardare un paesaggio che si riscopre in intimità con la propria anima, catturarne l’impressione del cuore e restituirlo alla tela, come scheggia visibile di un’atmosfera amata. La genuinità, la poesia cristallina della pittura di Luciano Filippi è racchiusa qui: nell’animo di un’emozione che sgorga dal pennello riportando sapori antichi, sapientemente tradotti in colore da un uomo che fa del suo stile espressivo un omaggio alla terra in cui è nato.
“Nel blu marino”, è il titolo di questo prezioso e piccolo quadro. E nel blu la pennellata di Filippi, ventosa e vibrante, si slancia, si taglia, prende aria, quasi getta una sfida, con potenza, passionalità. Il sapiente taglio superiore dell’inquadratura, dilata la pennellata nell’immaginario. Se posso permettermi, una pittura molto sexy…
Margherita Domeniconi, Rimini novembre 2008
Margherita Domeniconi - Giocando con le vele
“Le vele! Le vele! Le vele! / che schioccano e frustano al vento” recita una poesia di Dino Campana. L’energico, ed energetico Luciano Filippi, riesce ad infondere vigore e gagliardia anche in una tela di dimensioni così piccole